Iside egizia e il suo geroglifico a forma di trono
“Nei testi delle Piramidi, quindi al sorgere della civiltà faraonica, Iside è presente numerose volte, impegnata ad assistere il re defunto. Il suo ruolo di protettrice non viene mai meno: in quanto sposa di Osiride, utilizzando le arti magiche, lo riportò in vita e ne ebbe un figlio, Horo. Iside personifica l’universo divino femminile in quanto madre, sorella, sposa e detentrice di altri poteri. Ha l’aspetto di donna, sul capo un geroglifico che rappresenta un trono, talvolta le corna e il disco solare”.
Nel mio dipinto “Iside e il suo trono al centro del cielo” ho voluto ispirarmi al significato del suo geroglifico, il trono, e al fatto che (come dicono gli egittologi) il suo nome egizio era Aset, che significava “sede”.
La dea veniva spesso rappresentata seduta sul real seggio, con il piccolo Horo tra le braccia, magari allattandolo, ma anche da sola. Questo significa che, almeno nelle forme più antiche del suo culto, ella era la divinità principale, la regina degli dèi.
Iside veniva anche rappresentata alata. Questo era evidentemente simbolo del fatto che ella era una dea del cielo, visto che le ali servono per rimanere sospesi sopra la terra. Lei era anche la “sede” degli dèi e gli dèi abitano in cielo. Quindi il suo trono doveva essere posto in cielo.
Se noi guardiamo il cielo notturno verso il polo nord (l’unico visibile per noi abitanti dell’emisfero boreale, e l’unico dunque anche per gli antichi Egizi) ci accorgeremo dopo un paio d’ore che la stella polare è fissa, ma che le altre stelle si sono spostate, ruotando intorno alla Polare. Se noi fossimo degli antichi adoratori di Iside, dove potremmo immaginare il suo trono alato se non nel polo stesso? Certo interpreteremmo le stelle che ruotano intorno al polo come altri dèi minori che “corteggiano” la regina.
La figura che ho dipinto a sinistra del mio quadro è una libera interpretazione di Iside alata e le ho disegnato le ali al posto delle braccia, inginocchiata nella stessa posa che ella aveva nelle pitture delle tombe faraoniche, ma vista di fronte anziché di profilo.
A destra in basso, invece, ho dipinto il suo geroglifico, il trono, inserito in un cerchio luminoso rappresentante il polo immerso nel cielo stellato, legato da un nastro rosso che si ispira al magico “Nodo di Iside”, l’amuleto a lei connesso che favoriva il passaggio dei defunti dalla tomba all’altra vita.
Fernanda Facciolli, 26 Gennaio 2021